E’ morto Gianroberto Casaleggio.
Ho lavorato con Casaleggio nei primi anni 2000. Dirigeva un’azienda IT vicina al gruppo Telecom. Alcuni suoi dirigenti esplorarono la possibilità di acquisire la mia ben più piccola società di consulenza. So per certo che Casaleggio, quando fu informato, ebbe a dire: no dai, Chelo è bravo, ma è troppo visionario. La cosa, non lo nascondo, ripensandoci oggi, mi spiazza un po’.
In ogni caso, collaborammo proficuamente, tanto che Casaleggio scrisse la prefazione del mio libro La leadership secondo Peter Pan nella quale scrive fra l’altro: La realtà è che guidare un’azienda, un gruppo di persone, equivale alla ricerca degli Argonauti, al viaggio di Ulisse, alla spedizione Apollo 11 sulla luna. è un’avventura che non sappiamo dove ci condurrà, che condividiamo con altri, che dura la maggior parte della nostra vita. Un percorso che ha bisogno di sogni, di coraggio, di solidarietà.
Uomo certamente visionario, ha creduto nel web come a una niuova frontiera di democrazia.
Io non credo che sia così, credo che il web, se immaginato come inevitabilmente buono e vero, assomigli molto alla piazza, che le espulsioni decise dal web assomiglino molto ai processi sommari, che lo streaming corrisponda spesso a puro voyeurismo.
Credo anche che ritmare la parola “onestà” al suo funerale, immaginando che il “ politico perfetto” sia quello innanzitutto onesto, non omaggi la sua sicura intelligenza: il mondo ha bisogno di capaci imperfetti e non di perfetti incapaci.
Con tutto ciò, Giaroberto Casaleggio ha rappresentato tanto per il mondo dell’impresa, quanto per quello della politica, una sicura fonte di ispirazione all’innovazione. Giù il cappello.