"Quando avete deciso, fatemi sapere". Così recita un commento a un post pubblicato dalla seguitissima pagina di Facebook Tua madre è leggenda.
Il post si riferisce a due libri dai titoli simili, ma (almeno apparentemente) opposti, affiancati l’un l’altro in una libreria (vedi foto): del primo, Il coraggio di essere te stesso, sono l’autore; il secondo, Piantala di essere te stesso, è di Gianfranco Damico. L’immagine risulta ancora più efficace in ragione del fatto che i due libri sono stati pubblicati dalla stessa casa editrice, con il medesimo format grafico.
Il post è divertente. Anche molto. Arricchito da un ulteriore commento: quindi che ca@@o devo fare?
Vorrei davvero poter dare una risposta alle domande: Gianfranco ed io, possiamo metterci d’accordo? Che si deve fare?
Naturalmente ho subito scricato l’ebook del libro di Damico e lo leggerò in questi giorni. Pur non avendolo, appunto, ancora letto, mi sento di condividere delle sensazioni. Non escludo che i due titoli dal significato apparentemente opposto, corrispondano a messaggi in relatà piuttosto compatibili. Essere se stessi rappresenta spesso un alibi: sono fatto così, cosa vuoi che ci faccia? In realtà il più delle volte non siamo “fatti così”, aderiamo invece a un’idea di noi stessi alla quale ci siamo abituati o affezionati o che ci fa stare “ comodi": normalmente abbiamo molto altro da esprimere “restando noi stessi”, anzi, spesso, compiendo maggiormente noi stessi.
Sono convinto che su questa ispirazione Damico ed io siamo piuttosto allineati. Sarebbe davvero bello immaginare un format da condurre insieme. Ci siamo ripromessi di sentirci e ragionarci. Vedremo.
Nel frattempo è divertente leggere qualche commento al post, specie quelli sarcastici, tipici del web. Uno suggerisce il terzo titolo: Non importa che tu sia te stesso o la smetta di essere te stesso... Rimani una me@@a!
Ah, la rete, contraddittoria ma meravigliosa.