Sono cinque le Meta-Competenze che ci aiutano a vivere consapevolmente la nuova epoca. In un precedente post ho proposto la prima: l’Apertura Mentale.
La seconda riguarda l’Autonomia di Giudizio.
Aveva ragione Dewar a dire che la mente, come l’ombrello, funziona meglio quando è aperta, ma attenzione a non esagerare. Avere una mente aperta è una virtù, ma - come disse una volta l'ingegnere spaziale James Oberg - essa non deve essere tanto aperta da lasciare uscire il cervello.
La mente può essere dunque esageratamente aperta? Beh, da un certo punto di vista forse si. Una mente esageratamente aperta è quella di chi apprezza laicamente qualunque posizione finendo per perdere di vista il confine fra il bene e il male e perdendo dunque di vista il confine fra laicità e acriticità.
Si tratta di un atteggiamento che favorisce l'esplorazione, ma ostacola la direzione dell'esplorazione stessa. Una mente aperta esplora curiosa, ma, grazie all'autonomia di giudizio, sa anche prendere posizione, rifuggendo così dal facile rifugio del cosiddetto relativismo etico. L'autonomia di giudizio ci consente di distinguere nel mondo e nelle organizzazioni le parti sane da quelle malate e di concentrarci sul dare spazio al bello.
La nostra ricchezza di individui risiede in effetti nella nostra contraddittorietà, in sostanza nella diversità che convive in noi. Chi guarda al mondo con mente aperta, sa dunque accettare la diversità proprio perché la accetta innanzitutto dentro di sé.
Ma in quale misura, entro quali limiti, ha senso accettare la diversità?
Qui la faccenda si complica e ci viene in soccorso proprio l’autonomia di giudizio.
Una mente aperta accetta la diversità che arricchisce, che propone nuovi punti di vista, non si spaventa di fronte a pensieri bizzarri, prende in esame approcci improbabili, sa comprendere le debolezze delle persone, sa perdonarle e offrire loro nuove possibilità. Una mente aperta sa accettare, ma, quando dotata di autonomia di giudizio, sa anche scegliere di non condividere.
Rispetto a ciò che non condivide, sa prendere posizione, sa argomentarla e sa difenderla con forza.
Facendo ricorso alla propria autonomia di giudizio, si sceglie e decide senza cercare legittimazione da parte degli altri: non importa tanto il consenso, quanto ciò che si ritiene "giusto". Non ci si accoda al branco, si adottano con coraggio e senza spirito esibizionistico, atteggiamenti non convenzionali.
Possedere autonomia di giudizio significa anche saper dare ascolto alle proprie emozioni, fidarsi delle proprie sensazioni, dare valore alla propria voce interiore. Questo implica partire dall'idea che la propria voce interiore sia "buona", ci ispiri nella ricerca del benessere interiore, sia la migliore delle bussole, ci aiuti in modo decisivo nella determinazione delle nostre scelte e nello sciogliere i dilemmi che ci attanagliano.
Dal punto di vista manageriale, il principio al quale ispirarsi al fine di testimoniare la propria autonomia di giudizio, è il seguente: Esprimi te stesso attraverso i tuoi si potenti e i tuoi no coraggiosi. Non nasconderti dietro i "si ma" e i "si però".